Gran finale, con una tappa estremamente piacevole e gratificata dalle bellissime viste verso Montovolo e Monte Vigese che a poco a poco si avvicinano.
La prima parte costeggia il torrente Brasimone e i tanti mulini che in passato ne hanno sfruttato le acque, per poi salire verso il Santuario di Montovolo, situato in un luogo unico che ospita anche l’Oratorio di Santa Caterina d’Alessandria e un percorso legato alla tragedia della scuola Salvemini, su cui si schiantò un aereo militare uccidendo 12 ragazzi. La discesa verso Riola di Vergato è ricchissima di attrazioni, dai borghi storici de gli Sterpi e La Scola, perfettamente conservati, alla Rocchetta Mattei, castello davvero unico nel suo genere. All’arrivo, la chiesa disegnata dall’architetto norvegese Alvar Aalto, dedicata a Santa Maria Assunta ad accogliere i camminatori all’arrivo della Via Mater Dei.
22,4 km
Non lontano dal cammino, per chi volesse esplorare approfonditamente il bellissimo intorno di Monte Vigese, ci sono parecchi posti che vale la pena visitare, facilmente raggiungibili. Come Vigo, borgo di origine romana, e la sua bella chiesa. O l’Oratorio dei Frascari, in località Serra dei Frascari. Quest’ultimo è dedicato alla Madonna dell’Addolorata: la costruzione iniziò nel 1668 e venne terminata nel 1673. All’interno è conservata una bella statua in stucco dipinto, raffigurante la Madonna seduta, con le mani giunte, e sette spade conficcate nel cuore, e viene annualmente portata in processione.
Infine, la Chiesa di San Giovanni Battista a Verzuno, una delle pievi di più antica origine della montagna bolognese. Ricordata già dall’anno 976, è stata successivamente ricostruita sui resti di un antico castello, in seguito ad una rovinosa frana.
A davvero pochi passi dal cammino, in località Confienti, si trova una piccola gemma dell’Appennino Bolognese: un oratorio dedicato alla Madonna del Rosario e ai Santi Fabiano, Sebastiano e Rocco. È il più antico della Regione Emilia-Romagna, costruito dagli abitanti del luogo come ringraziamento per la scampata peste del 1630. Citato in diversi documenti storici, ha vissuto diverse vicissitudini nel corso della sua lunga storia, ma è stato recentemente recuperato grazie al lavoro di ristrutturazione ad opera Parrocchia e della Pro Loco di Lagaro. Ha pianta rettangolare e struttura a capanna, con un occhio sulla facciata e un piccolo campanile a vela sul tetto. Un piccolo tesoro nascosto da non perdere.
Poco sopra al Santuario di Montovolo questa semplice chiesetta in pietra, autentico gioiello del romanico montano, conserva al suo interno notevoli pitture risalenti al XIV secolo raffiguranti il paradiso, il purgatorio e l’inferno. Cavalieri e dame, Cristo e i quattro Evangelisti, episodi della vita di Santa Caterina e le originalissime Giovinezza e Morte. La sua costruzione si racconta essere avvenuta per volontà di un gruppo di feudatari bolognesi di ritorno dalla quinta crociata (1217/29) e che presero parte alla battaglia di Damietta. La particolare denominazione dell’Oratorio ha dato a Montovolo l’appellativo di “Sinai Bolognese”. Sulla parete sud sono evidenti i segni lasciati dal passaggio del fronte durante la Seconda Guerra Mondiale.
Maestoso Castello che deve il suo nome al conte Cesare Mattei (1809-1896), che lo fece edificare sulle rovine di una antica costruzione risalente al XIII secolo, la Rocca di Savignano. Personaggio eclettico il conte, che, dopo una poco felice esperienza politica, dedicò la sua vita allo studio dell’elettromeopatia, una medicina alternativa che ebbe molto successo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 e che gli diede grande fama. Diresse lui stesso i lavori di costruzione del castello, che fu successivamente modificato da egli stesso e poi dai suoi eredi, fino a renderlo un labirinto di scale, sale, torri e stanze, il tutto in molteplici stili.
Un luogo dal fascino incredibile, la cui visita non può assolutamente lasciare indifferenti.
Bellissimo borgo medioevale, giunto a noi pressoché integro, permette ai visitatori di immergersi in una realtà di altri tempi. Citato in documenti del 1200, deve probabilmente il nome al termine ‘Sculca’, di origine romana, che indica un posto di guardia in posizione elevata. Il borgo è infatti nato con scopi militari, a difesa del centro Monastico di Montovolo, cosa che si evince anche dalla sua composizione urbanistica, ove spiccano diverse torri. DI grande fascino è anche un maestoso cipresso, albero secolare con un’età stimata di oltre 700 anni. Molto suggestivo anche il piccolo borgo de ‘Gli Sterpi’, a poca distanza da La Scola.
Un’opera incredibile, con una storia incredibile, nata nel 1965 da un incontro fra il grande architetto finlandese e l’allora Cardinale di Bologna Giacomo Lercaro. Un progetto che ha vissuto mille difficoltà e ostacoli, tanto che nessuno dei due fece in tempo a vedere il complesso terminato (1978), ma che grazie all’ostinata caparbietà del parroco di Riola e di alcuni compaesani, ha permesso a questo piccolo paesino di veder realizzato questo tesoro dell’architettura moderna. Progettata per integrarsi perfettamente con l’ambiente naturale che la circonda, la chiesa rappresenta il punto di convergenza della personale ricerca sull’architettura sacra condotta da Alvar Aalto e fa parte di un complesso parrocchiale da lui interamente disegnato, che comprende anche un ampio sagrato, la torre campanaria, la sagrestia e la casa canonica.
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VIA MATER DEI Il cammino dedicato ai Santuari Mariani dell’Appennino Bolognese
Foiatonda Cooperativa di comunità
Via della Libertà, 2 – Madonna dei Fornelli
40048 San Benedetto Val di Sambro (BO)
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La prima tappa, Bologna - Rastignano, non è ancora percorribile a causa di frane e lavori in corso.
Notizie sulla viabilità e tracce GPX delle tappe aggiornate a maggio 2024.