Poco distante da Baragazza, a 719 mt di altitudine, protetto dal Monte Tavianella, Boccadirio è un incantesimo di silenzi e natura incontaminata: gli unici suoni sono le scroscianti acque del Rio D’Avena e il fruscio della foresta mossa dal vento.
È il più importante Santuario del bolognese dopo quello della Madonna di San Luca e ogni anno è meta del pellegrinaggio di migliaia di fedeli.
I primi documenti ufficiali sono degli inizi del ‘600 e narrano dell’evento prodigioso accaduto il 6 luglio del 1480 a due pastorelli: Donato e Cornelia. La Madonna apparve loro mentre pascolavano sulla sponda del ruscello dove oggi campeggia l’altare maggiore.
La Vergine Madre si avvicinò ai due fanciulli che la pregavano in estasi e ordinò a Donato di farsi sacerdote, a Cornelia di farsi monaca e di raccontare il prodigio al popolo di Baragazza per spingerlo ad erigere nel luogo dell’apparizione un tempio in suo onore.
La popolazione si adoperò e la prima chiesa venne costruita.
Vent’anni più tardi i fedeli vi deposero l’immagine Santa avuta in dono dalla veggente Suor Brigida, nome adottato dalla piccola Cornelia una volta presi i voti.
Donato divenne parroco di Castiglione dei Pepoli e Cornelia fu monaca per quarant’anni nel convento di Santa Caterina da Siena a Prato.
Attorno alla metà del ‘500, grazie alla generosità della nobile famiglia Pepoli, il tempio venne ampliato e impreziosito di opere d’arte diventando il luogo simbolo di tutto l’Appennino.
Alla fine del ‘600 venne ultimato il loggiato che circonda il bellissimo chiostro realizzato attorno al 1720 con l’adiacente albergo del pellegrino.
Grande valore ha l’immagine sacra opera di Andrea Della Robbia, un bassorilievo di ceramica maiolicata bianca su fondo azzurro che raffigura la Madonna con il Bambino in piedi.
A fine ‘600 era tale il fermento religioso che enormi folle di fedeli invadevano il Santuario per pregarla.
Ogni anno, nel tempo delle rogazioni di maggio, l’icona torna a trovare la sua gente, nella chiesa di San Michele Arcangelo di Baragazza fino all’Ascensione.
Dal 1947 i padri Dehoniani si prendono cura del Santuario e dei pellegrini provenienti da tutto il mondo per vivere i sublimi misteri della fede.
La Via Mater Dei, come tutti i percorsi sul versante emiliano romagnolo dell'Appennino, presenta diversi tratti con criticità che ne rendono difficile la percorrenza a seguito dei recenti eventi meteorologici.
In particolare le zone della Val di Zena, Monte delle Formiche, Monte Bibele, Scanello e Madonna dei Boschi sono state colpite da frane e allagamenti. In questi giorni si stanno effettuando sopralluoghi su tutto il territorio. Al momento è ASSOLUTAMENTE SCONSIGLIATO mettersi per sentieri nelle zone citate.
La seconda parte del cammino, da Madonna dei Boschi in poi, presenta meno criticità, ma presenta anch’essa alcune problematiche, piccoli smottamenti, alcune strade chiuse al traffico ecc. C'è molto fango e i guadi sono assolutamente NON transitabili. Si raccomanda, prima di mettersi in cammino in qualunque area, di informarsi presso i punti informazione ufficiali.
Ci vorrà un po’ di pazienza, ma siamo assolutamente certi che in brevissimo tempo il percorso sarà nuovamente totalmente agibile!
VIA MATER DEI Il cammino dedicato ai Santuari Mariani dell’Appennino Bolognese
Foiatonda Cooperativa di comunità
Via della Libertà, 2 – Madonna dei Fornelli
40048 San Benedetto Val di Sambro (BO)