La singolarità di questo nome “Madonna del Monte delle Formiche” deriva da un fenomeno antichissimo e ancora oggi indecifrabile che si verifica nella prima decade di Settembre e cioè la migrazione di migliaia di formiche alate (“mirmica Scabrinodis”) sulla vetta di questo promontorio tra la Valle dell’Idice e la Valle dello Zena.
Il Monte delle Formiche è un luogo in cui i misteri della natura si uniscono a quelli della fede. Qui su questo sperone roccioso tra i due corsi d’acqua che danno il nome alle vallate circostanti, storia, sacralità e leggenda si intrecciano rendendolo dai tempi più remoti un punto fisso della spiritualità.
Alto 638 msl. il monte è il risultato di un sollevamento marino di millenni fa leggibile nelle stratificazioni rocciose visibili sul costone a strapiombo sulla vallata. Area di antichi insediamenti e luogo sacro fin dall’epoca pagana.
Ogni 8 di settembre dacché se ne ha memoria, per un’intera settimana gli abitanti di molti paesi dell’Appennino si raccolgono qui dando vita ad una ritualità profondamente radicata nella cultura popolare. In epoca medievale era sicuramente presente una chiesa Plebana che governava su tutta la zona. I primi documenti certi risalgono all’inizio dell’anno 1000 facendo parte dei possedimenti di Matilde di Canossa che proprio in quel trapasso di millennio lo donò al Vescovo di Pisa.
La chiesa attuale con il grande porticato che la cinge saldamente fu ricostruita dopo la devastante distruzione della seconda guerra mondiale ed è affiancata dal campanile originale risalente al 1727. Ogni anno, i primi giorni di settembre i devoti mettono grandi drappi a terra sul sagrato per raccogliere le formiche volanti giunte sin qui per accoppiarsi e perire in poche ore. È un’usanza molto antica che termina con la benedizione e la distribuzione ai fedeli di piccoli involucri colorati in cui vengono racchiusi i corpi delle formiche. Ma le suggestioni non finiscono mai al Monte delle Formiche, la visita vi rivelerà ancora altri racconti interessanti, come quello dell’ eremita Barberio che viveva in una grotta proprio sotto alla chiesa da dove poteva udire le messe in completo eremitaggio.